Il periodo del Maestro Augusto Forni
Attestato di ringraziamento ad Augusto Forni, maestro della Scuola di Musica e direttore della Banda Municipale per un'operetta da lui composta - aprile 1885 (Raccolda M. Mascagni)
- L. 210 per le sei feste d’estate, nelle quali in pubblico suonerebbe la Banda;
- L. 60 compenso al bidello;
- L. 150 al Maestro per otto pezzi d’opera e per venti marce e ballabili, per le partiture e le parti, per la carta e la copiatura…
Il Consiglio, ciò inteso, approva il regolamento della Banda cui la Giunta ha portato il suo esame e ne è stato soddisfatto, ed ammette l’aumento di L. 60 da prelevarsi dal fondo di riserva…”.
Contemporaneamente il Consiglio Comunale delibera, altresì, “…l’assegno di L. 200 (da ricavarsi dal fondo anzidetto) per l’acquisto di strumenti…” (Atti Consiliari 13 Febbraio 1872) affidando, però, la loro manutenzione ai componenti della Banda.
Dopo queste importanti conquiste, la Banda di Medicina continua la sua ascesa, aumentando non solo l’organico esecutore, ma anche gli allievi della Scuola di Musica. Ciò costringe il Comune ad affidare alla Banda stessa una nuova sede.
Nel maggio del 1880 “…Il Sindaco comunica al Consilio come siavi il progetto di collocare la Scuola di Musica nella Sala al piano superiore della pescheria…però avverte che altri avrebbe, invece, proposto di mettere la Scuola di Musica nei granai annessi al Teatro…Il Sindaco propone di fare una Commissione con l’incarico di esaminare i due locali e di riferire la loro opinione. E sono scelti i Signori: Trombetti Maestro Giuseppe, Castellari Angelo e Cervellati Alfonso…” (Atti Consiliari 5 Maggio 1880).
La commissione esclude i locali annessi alla pescheria, infatti negli atti del Consiglio Comunale del 19 Maggio 1881 si legge “…il Consiglio stanziò i fondi in bilancio, onde adattare il sito annesso alla pescheria, ma la Commissione eletta per il suo parere escluse quella località. Dopo di che la Giunta si rivolse ad altro locale e credette di poterne portare in Consiglio il progetto, ma le è venuto meno il tempo…”.
A questo punto non si hanno più notizie certe sui locali prescelti, fino al gennaio del 1905 quando “…la Giunta concede l’uso del Teatro ai bandisti ed alla Società del Giglio con facoltà al Sindaco di fissarne le condizioni…” (V.G. 7/1/1905).
Emblema della Banda e della Scuola di Musica con valutazione del Maestro Forni sulle capacità degli allievi nell'uso degli strumenti musicali - Novembre 1903 (Archivio comunale)
Scrive il Simoni: “…la sera del 29 luglio 1879, due giorni dopo la morte del Mons. Camillo dott. Monari, arciprete vicario della nostra Pieve di S. Mamolo, fu trasportata la salma nella chiesa parrocchiale…flebili melodie della nostra banda musicale completano l’imponente dimostrazione di dolore di un intero popolo…”.
Negli anni subito successivi alla nomina della sopraccitata Commissione la Banda viene, altresì, dotata di un nuovo regolamento ed acquista sempre più la fiducia e la simpatia dei cittadini e dell’Amministrazione Comunale tanto che, nell’ottobre del 1903 la Giunta “…incarica il Sindaco di un elogio alla Banda per i notevoli progressi di questi ultimi anni, raccomandando che per il 1904 l’elenco dei servizi in piazza non venga troppa modificato…” (V.G. 18/10/1903).
Si ritiene opportuno riportare alcuni passi del regolamento triennale redatto nel 1886: “È istituito in Medicina un corpo di musica al servizio del Comune con la denominazione di Banda Comunale. I suonatori non potranno essere meno di venti (in qual caso si scioglierà l’organico) né eccedere il numero di trenta”. Essa è diretta da un consiglio amministrativo, sorvegliato da una commissione musicale, composto dal maestro direttore (presidente), dal vice capo banda (vice presidente) e da tre consiglieri, scelti fra i suonatori nell’assemblea generale del 31 dicembre. Il mandato del consiglio consiste nel vigilare sull’osservanza del regolamento e nello stabilire i contratti per i servizi straordinari. Esso ha anche il compito di deporre le somme incassate in un Istituto di Credito e di ripartirle poi (il 31 dicembre) fra i suonatori in percentuali diverse, dopo aver tenuto conto della classe di appartenenza, della presenza alla prove (40 nell’annata) e del numero di servizi effettuati. Significativo il percorso che ciascun aspirante a far parte dell’organico bandistico deve affrontare: dopo aver terminato il corso della Scuola di Musica, l’alunno, se suonatore di strumento a fiato, ha il diritto di entrare il Banda, per essere promosso effettivo dovrà presentare domanda alla commissione musicale e, successivamente, il maestro direttore, dopo aver valutato le abilità, ne proporrà l’assegnazione alla terza, seconda ed infine prima classe.
Si trascrivono alcune norme del regolamento che confermano il rigore (tipico dell’Ottocento) con il quale il potere, in questo caso l’Amministrazione Comunale, pretende comportamenti consoni a chi indossa una divisa pubblica: “Non può far parte della Banda chi ha subito pene criminali o correzionali per furto, corruzione, falso o truffa o che sia riconosciuto per carattere turbolento, procline ai litigi o dedito a vita sregolata e scandalosa. Il bandista che manca per tre volte consecutive alle prove e a due consecutivi servizi sarà espulso dal corpo”. Ed ancora: “Chi senza motivo ritenuto giusto si ritira dal corpo o venga espulso, il suo nome verrà pubblicato nella sala di presidenza e considerato uomo che non rispetta la parola data”.
È di questi anni un’iniziativa lodevole: la costruzione e l’utilizzo di un palco in legno. Il Sindaco Hercolani principe Filippo, in un consiglio comunale del luglio 1883 riferisce del lavoro ultimato giudicandolo “riuscito egregiamente tanto dal lato artistico quanto dal lato della solidità”. Il palco, di struttura ottagonale, elevato da terra, munito di scaletta, ringhiere ai lati e pilastrate agli angoli, archetti per le luci (usate negli spettacoli serali), leggii, è funzionale e bello a vedersi (ancora oggi viene rimpianto da chi nel primo dopoguerra ne ha rilevato la scomparsa). Già nel 1887 il palco è usato per dieci volte nell’arco della stagione e in queste occasioni viene eretto in Piazza Garibaldi.
Nel frattempo il Maestro Forni continua a produrre con grande fervore componendo marce, ballabili e pezzi d’opera; è sua la musica dell’operetta “Silvano di Montedoro” messa in scena in teatro nell’aprile del 1885.
Non appare dovuto al caso, quindi, che la filarmonica riscuota consensi ed elogi nei paesi limitrofi e non solo: nel 1888 è invitata all’inaugurazione della Mostra Emiliana di Bologna; più tardi riesce addirittura a vincere un terzo premio in un Concorso nazionale.
È di questo periodo l’ingresso in Banda di Augusto Modoni (1889), di Guerrino Castellari (1900) e di Guido prof. Donati (1903), medicinesi che negli anni a venire contribuiranno ad accrescere il prestigio del corpo bandistico.
La Giunta Comunale nel 1899 ampiamente soddisfatta per l’intensa ed apprezzabile attività, approva l’acquisto di nuove divise; queste, che si ispirano a quelle del Corpo dei Bersaglieri, vengono assegnate ai 33 componenti della Banda (36 nel 1903) e resisteranno per sempre legate alla storica figura del Maestro Forni.
Un atto consigliare del maggio 1903 ci porta a conoscenza dell’esistenza di un concittadino che fa onore al proprio paese: “Il trentino corrente arriva da Forlì la banda musicale del Sessantesimo Reggimento di Fanteria diretta dal giovane medicinese Michelangelo Dotti. La Banda, chiamata dal Comitato per il Risveglio Cittadino, insieme alla rappresentanza comunale va incontro alla stazione”.
Grazie ad una buona gestione da parte del Consiglio bandistico ed una buona esecuzione strumentale “l’orchestra”, negli ultimi anni del Maestro Forni, poi con Augusto Modoni, suo successore, e Walter Grandi, aumenta non solo il numero dei servizi annui, ma anche i suonatori e gli iscritti alla Scuola di Musica.